By www.vinomedievale.it

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che ne scandivano le incombenze. L'uomo di guerra o il cavaliere aveva gli obblighi militari che scandivano il suo tempo, quello ecclesiastico aveva i ritmi canonici e lavorativi (Ora et labora) ma per l'uomo popolare, il tempo è sostanzialmente regolato dal ritmo scandito dalle incombenze del lavoro nei campi: il giorno e la notte, le stagioni, la semina ed il raccolto.
il mese della rinascita; a maggio il signore parte per la caccia o per la guerra; giugno è riservato alla fienagione e luglio al raccolto; agosto alla battitura del grano; settembre e ottobre sono i mesi della vendemmia e della semina; in novembre si fa la provvista di legna e si raccolgono le ghiande per il maiale, che verrà ucciso in dicembre. A queste attività venivano a sovrapporsi le ricorrenze popolari e religiose, che prevedevano obblighi, digiuni, astinenze, celebrazioni riti e feste.
Da gennaio fino ad agosto, tutti i mesi hanno preso nome da divinità antiche (per es il Dio Giano per gennaio)
Per il mese di febbraio è fatta un eccezione perche il mese prende il nome dal termine latino februare che significa purificare.
Non è certa l' origine del nome del mese di Aprile anche se potrebbe avere rapporto con la nascita della vita , la dea Venere...
maggio da Maja, (giugno da Giunone), Forse per Luglio ed Agosto dai due primi imperatori (Giulio, Augusto)
Per gli altri mesi è semplice, da Settembre la loro collocazione nella graduatoria: così che il settimo era settembre, l'ottavo era ottobre, il nono era novembre, il decimo era dicembre.
In realtà, esclusi questi due momenti, le ore diurne erano sempre più lunge in estate e più corte di inverno. Esattamente l' opposto si verificava in inverno dove l' ora diurna era molto pià corta di quella notturna. Sì! un ora poteva durare dai 35 ai 75 minuti, a seconda che fosse estate o inverno, giorno oppure notte. La prima ora non era l' una del mattino ma erano le 6 del mattino (la 3° ora insisteva all' incirca alle 9 per intendersi.) Alle 12 la sesta ed alle 15 la nona ora. A questo modo (per noi oggi) bizzarro di interpretare il tempo dava forza anche l' orologio solare o meridiana che faceva sembrare che il sole misteriosamente corresse piu obliquo e veloce d' inverno e più verticale e lento d' estate.
sia per lasciare spazio ad altre colture di sostentamento che per il problema del controllo. Scorrerie di animali e predoni erano frequenti, come frequente era la sorveglianza di addetti alla sicurezza nel periodo prossimo alla maturazione delle uve. Per quelle dei vini di qualità, era usanza piantare molto fitto, fino anche a ben oltre le 10.000. barbatelle per ettaro, ma nella maggiorparte delle produzioni, soprattutto quelle in gestione alle famiglie, esisteva una commistione di piante nel medesimo appezzamento di terreno. Sì, insieme alle uve, si potevano trovare cereali, verdure di vario genere zucche come anche fagioli e lenticchie.
L' utilizzo promiscuo dei terreni era un fatto positivo per la fertilità e naturale produttività della terra, inoltre permetteva il sostentamento delle famiglie, e con le produzioni vinicole (spesso non consumate se non in parziale misura), era possibile pagare le tasse al feudatario in natura.
Fino all’XI secolo i contadini possedevano utensili in ferro solo in casi molto rari, mentre gli utensili in legno erano fabbricati in legno di bosso, dal IX all‘XI oltre ai numerosi utensili in ferro si riscontrano coltelli, falci, lance, punte di aratri, lesine e subbie, aghi per il sarto ed ami per la pesca.
tutti andavano a vendemmiare. Si calcolava che venti vendemmiatori potessero coprire un ettaro di vigne al giorno. Si faceva vino bianco vergine oppure per ottenere vino rosso si faceva bollire il mosto con le vinacce in tini molto profondi.
che in ogni caso era tutt’altro che un pregio se il vino era fatto per essere bevuto subito. La trasformazione culturale rinascimentale e la ricerca della lunga conservazione del vino imposero l’aggiunta ai mosti del vino di torchio: il tannino era ed è una sostanza indispensabile per il vino da invecchiamento.